Di fianco all’oratorio della Confraternita del Purgatorio c’è una stanza più piccola, detta “Sala dei Misteri” perché custodisce le statue che ricordano la Passione e Morte di Gesù Cristo in uno stipone in legno decorato e chiuso da lastroni di vetro della fine sec. XVIII.
Queste statue raffigurano in particolare: Cristo all’orto; Gesù alla colonna; Cristo alla canna e coronato di spine o Ecce Homo; la Cascata ossia Gesù che cade sotto il peso della croce; Cristo in Croce. Fanno inoltre parte dei Misteri anche le statue del Cristo Morto e dell’Addolorata che – come ricorda Rosario Quaranta nel volume “La Confraternita del Purgatorio di Grottaglie” – appartengono a epoca anteriore e sono realizzate in materiale diverso (in legno dipinto del sec. XVII il Cristo Morto, e alla napoletana (parte nobili in legno dipinto e busto di trespolo impagliato e rivestito con stoffe degli inizi del Settecento) l’Addolorata.
La datazione delle cinque statue in cartapesta non è certa, ma si può ragionevolmente supporre che risalgano alla fine del Settecento o ai primi anni dell’Ottocento, non potendo comunque essere posteriori alla metà di quel secolo, poiché di esse, già bisognevoli di cure e restaurate, si parla spesso in alcuni registri di conti a partire dal 1871.
Di statue si parla già nella Regola della Confraternita del Purgatorio di Grottaglie risalente al 1779, anche se è impossibile affermare che siano le stesse opere che ancora oggi ammiriamo; di certo però è che statue ed immagini sacre furono lo strumento principale per dare nuovo impulso – a partire dalla seconda metà del XVIII° secolo – alla devozione verso la Passione di Gesù Cristo, esplicitatasi poi con diverse espressioni, dalle scene della “Passione vivente” interpretata da figuranti opportunamente abbigliati, ad opere musicali e teatrali che ancora oggi emozionano e commuovono.
Tornando alle statue dei Misteri – Rosario Quaranta scrive ancora nel volume citato – che “alcune analogie iconografiche e strutturali potrebbero far supporre una dipendenza delle statue grottagliesi da quelle dell’arciconfraternita dell’Orazine e Morte di Francavilla realizzate dal francavillese Pietro Paolo Pinca (1758 – 1832) nella seconda metà del secolo XVIII. In tal caso queste del Purgatorio di Grottaglie, potrebbero considerarsi tra le più antiche statue di cartapesta di tutto il Salento”.
Le statue – come detto – vengono custodite in un apposito locale adiacente all’Oratorio della Congrega e portate esposte in processione il pomeriggio del Venerdì Santo, in una celebrazione che – sottolinea Rosario Quaranta nel volume “Settimana Santa a Grottaglie” – “conserva i tradizionali tratti di severa compostezza e di suggestiva partecipazione popolare confermata storicamente dal fatto che nel Settecento richiamava addirittura folle di fedeli dai paesi vicini.”
Durante la processione le statue sono portate a spalle da confratelli e da uomini vestiti di nero e accompagnate da donne in abito di lutto, tra le struggenti note e voci di inni religiosi che invitano a meditare sul mistero della passione e morte. Tra questi particolarmente struggente e suggestivo è “Inno a Cristo Morto”, musicato nella prima metà del Novecento dal maestro Giuseppe Cardone su versi di Maria Ciocia D’Ettole.