A Grottaglie, come in tante altre città italiane, a partire dal medioevo sorsero diverse associazioni di fedeli che – pur accogliendo tra i loro membri persone appartenenti al mondo civile – ebbero una notevole impronta religiosa e furono destinate ad incidere profondamente nella realtà quotidiana del loro tempo, non di rado supplendo ai compiti di istituzioni civili e religiose.
Come ricorda Rosario Quaranta nel volume “La Confraternita del Purgatorio di Grottaglie”, nella nostra città le confraternite sorsero tutte tra il XVI ed il XVII secolo. Oggi alcune di loro sono oramai estinte, altre si unirono tra loro, altre ancora proseguono il loro pio compito, attraversando i secoli con lo stesso spirito che le vide nascere. Tra queste ultime, a Grottaglie oggi sono ancora attive la Confraternita del SS. Sacramento, fondata nel 1550; la Confraternita del Rosario, fondata nel 1576; la Confraternita del Carmine, nata nel XVI° secolo; la Confraternita del Nome di Gesù, fondata nei primi anni del XVII° secolo e la Confraternita del Purgatorio, fondata il 17 novembre del 1641.
La Confraternita delle Anime del Purgatorio di Grottaglie venne fondata dal sacerdote D. Federico Monaco per intercedere con preghiere e suppliche per le anime dei fedeli defunti che soffrono nel Purgatorio venne e aggregata alla Venerabile Arciconfraternita di Maria Santissima del Suffragio di Roma, da cui vennero mutuati indulgenze ed obblighi, tra i quali “l’esercizio continuo di ogni umiltà nelle devozioni e nelle opere pie, essendo questa confraternita stata istituita per aiutare le anime che sono in Purgatorio, con sacrifici, Orazioni, e altre sante opere”. Una delle particolarità della Confraternita era la aristocraticità dei sui appartenenti; ad essa infatti erano ascritti molti sacerdoti, oltre che notai, medici, artisti ed artigiani, particolare che – specie dall’inizio del Settecento, consentì di incrementare notevolmente il patrimonio tramite lasciti e donazioni, come avvenne –a de esempio – con l’eredità di uno dei benefattori della Confraternita, Simone Antonio Battista.
Nelle regola della Confraternita era descritto l’abito da indossare in occasione delle occasioni ufficiali, che veniva così descritto: “Veste bianca, cingolo, mozzetta nera di saia con l’effige di S. Maria del Suffragio, cappello di feltro negro e bordone di legno negro”. Agli inizi della sua attività la Confraternita non aveva un locale proprio in cui potersi riunire e utilizzò allo scopo la chiesa di S. Mattia (o della Madonna del Lume) per poi spostarsi – agli inizi del 1670 – presso la Congregazione dei Chierici che aveva una sede accanto alla Chiesa Matrice. Pochi anni dopo, e più precisamente nel 1672, venne ufficialmente stabilito l’Oratorio, arricchito di suppellettili e decorazioni, come ancora ricorda l’iscrizione sul cartiglio in pietra all’ingresso dello stesso.
La Congregazione dei Chierici si estinse probabilmente nell’ultima metà del 1700; non sono chiari i motivi di questa scomparsa, probabilmente da attribuirsi alla politica anticuriale dei Borbone ma di fatto la cosa lasciò la Confraternita del Purgatorio quale unica protagonista delle pie attività previste nelle sue Regole.
Come accennato in precedenza, la Confraternita acquisì nel tempo una notevole dote di fondi urbani ed agricoli, che le consentivano di procurarsi le risorse economiche necessarie per la attività di assistenza e beneficenza. Questo patrimonio arrivò quasi intatto sino ai primi anni del Novecento, quando le sopraggiunte difficoltà economiche richiesero la vendita di tutte le case e di quasi tutti i terreni. Ad oggi quindi, nel patrimonio della confraternita, sono compresi l’Oratorio ed il locale al pianterreno dello stesso ove vengono preparate le statue dei Misteri, ed alcuno fondi rustici nelle contrade “Callara”, “San Biagio” e “Mutata”. Una nota merita la particolarità accennata in precedenza, ovvero l’alto status sociale dei membri della Confraternita del Purgatorio, di cui facevano parte sacerdoti, possidenti e appartenenti al ceto medio. Nonostante la Regola statuisse esplicitamente che l’accesso alla stessa fosse consentito a tutti e che non dovesse esservi differenza di trattamento tra ricco e povero, si giunse perfino – come ricorda Rosario Quaranta – a proibire l’ingresso a chi no appartenesse appunto al ceto ecclesiastico o civile medo-alto.
Le Consorelle furono associate alla Confraternita del Purgatorio già nel 1716 con l’obbligo di suffragare le anime del Purgatorio e con il diritto di godere degli stessi privilegi ed indulgenze dei confratelli. A partire dal 1877 le consorelle hanno anche diritto alla sepoltura nella tomba della congrega ed al funerale a spese della stessa. Le vicende della Confraternita del Purgatorio non sono molto differenti da quelle di altre simili, ma la particolarità che più la caratterizza è sicuramente l’organizzazione della processione dei “Misteri”, ovvero le statue che ricordano la Passione e morte di Gesù Cristo, che si svolge il pomeriggio del Venerdì Santo. Come ricordato nel già citato volume ad opera di Rosario Quaranta, nelle Regole, al capitolo IX, si stabilisce espressamente l’obbligo di organizzare e prendere parte alla processione dei Misteri: “È obligata la suddetta Congregazione il Venerdì Santo processionalmente visitare i Santi Sepolcri portando le statue della Passione e Morte di N. S. Gesù Cristo, e la Vergine SS. Addolorata, qual Processione spira una gran divozione e pianto Universale a tutti i cittadini e forestieri che appositamente si portano in essa terra a contemplare un tal mistero.”